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martedì 24 luglio 2012

UNA CASADIPAZZI








E’ una casadipazzi, un manicomio:
questa modernintellettattualità,
queste relazioni superfisociali,
quest’arte che è un enorme punto di domanda
(che copre lacune e crepe nel muro?)
E una casadipazzi, un manicamion
questa vita-razzo-generazione
ingoiata dentro gli standard del consumatore
tipo, questo modo strano di straparlare
strapagare ore di lavorrido di
zoccoloni coi piedi, lavoratori orali
del telefonnivoro a paga oraria.
Strapazzate, le definizioni s’innestano
nelle cose secche, in aride gallerie d’esposizione-
esplosione, carne da macello, mascellone.
Ieri ho comprato maglieria e mi sono
sentito bene, un enorme punto esclamativo
e abbreviazioni di gioia virtuale hip hip hurrà.
L’hurrà fascio non è hippie, notare
l’esultanza ignorata dei notai alle sotheby’s
(sfregano le mani sottobanco).

E’ una casadipazzi, un manicomio:
che pizza, che schifo, che spono;
le code di macchine alla vetrina di
un istituto di credito non propriamente protetto
improvvisano valzer al clacson, no polizia,
gridano tutti; una cassiera prende sotto
braccio un imprenditore calzato del kalashnikov,
ballano (si stringono le mani di nascosto).
Quest’arte un enorme punto.
Si sa che spesso il punto decide la fine.
Si sa che spesso il punto, il punto della
situazione decide la finestra.
E’ una casadipazzi, un manicomio:
il livore virile degli agenti integrali
(salutisti nel frigo, caramelle da
naso dentro il taschino)
degli agenti di commercio,
degli agenti immobiliari, immorali,
immobili.
La morale è il male. Il normale è il male.
La normalità del sorriso degli agenti borghesi
in borghese: nei circuiti sociali, integrati, blaterano
ai bar; barche, barbarie,barbie nuove per la figlia
blaterano e blaterano ai bar, bartali coppi moser
un gewürztraminer, barriscono,
barcollano, barlano e barlano
di ciò che gli bare.

E’ una casadipazzi, un manicomio amico,
questa attuale distanza fra il successo e
il succedente; il succedaneo non cura niente.
Ieri ho comprato artiglieria e mi sono sentito
più sicuro; più sicuro allo scuro: due rivoltelle,
due mortadelle, un bacile di fucili,
ventiquattromila baci, tre eiaculazioni
precoci, un ananas e due bombe a mano.
Amano le bombe, da qualche parte,
qualcuno le vuole dare a tutto il mondo,
donarle all’intera “umanità”.
E’ una casadimatti: dibattiti, televisione,
politica, acetone televisivo, insalate
di riso (che abbonda sulla bocca degli stoltinsulsi,
non diceva così la maestrina?)
Gradisce un digestivo?
Pornofarcie, minigonne antistupro,
analfabebetismo di ritornitorincoglioniti
di ritorno dal panettoncinemautografo.

E’ una casadipazzi, un manicomio.
Ma dove si sono nascosti tutti?
Matti veri, non assicuratori alienati,
ingegneri nevrotici, spasmodelle
idiote!
Matti veri, da legare, da amare amaramente
amare; da farne pupazzi in plastica da
vendere accanto alle barbie a natale,
alle pistole vere, alle finzioni reali,
accanto ai ken mckent campioni di
cumshooting .
E’ una casadipazzi, un manicomio, amico mio;
moci senza manici, sensi senza voci,
densità alienata, PIL, produzione, abduzioni,
circonduzioni circensi, censimenti,
menti censite, recensite, incensate,
incesti e incesti, una casa di pazzi amico.





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