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martedì 24 luglio 2012

I RAGAZZI ALLE PORTE







Le matricole sorridono ai ragazzi alle porte.
I piccoli uomini seduti sulle panche di legno dell’atrio,
dentro la sala d’aspetto prima del varco universale del grande cambiamento
sociale post-teenage.
Le ragazzine si danno una controllata in bagno, devono essere carine
per studiare. Cercano amore disperato e leggono Simmel alla cazzo.

I ragazzi alle porte, che fumano.
I ragazzi alle porte, guardano verso i bar. Fanno discorsi strani.
Tutto questo sapere gli ha reso la semplicità indigesta, anzi impossibile.
Sono immersi nella grave complicanza della non-banalità.
Non sono in grado di scelte ingenue né di apprezzare cose  fatte con le sole palle.

Stanno male.

Le picc0le donne agitano i capelli davanti a loro.
Chi prenderanno con sé stanotte?
Lì fuori il cameriere geme. La piazza gira in tondo mossa dalla sua mandibola impazzita.
La piazza ruota attorno al suo incontrollato smandibolare.
Lì fuori la ragazza ai tavoli sbadiglia, la vita le rimbomba in testa, il cranio una conchiglia,
il mare le rimbomba in testa. L’MDMA le rimbomba in testa. La piccolezza le rimbomba
in testa. La vita le fa pena.
I ragazzi alle porte, varchi alla maggiore età, sicuri della radiosa carriera futura
che li attende, giovani speranze, certi che la luce è loro.
E le tenebre solo un altro problema, fuori dai loro discorsi.






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