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giovedì 7 aprile 2011

LIRICA DELIRANTE DEL VIAGGIO





(a mani nude,
invocando il mantra
 sempre uguale,
 il suono primo)




Prima di partire,
considerato il fatto
che qualcosa si deve
pur portare
per il viaggio,
(ognuno il suo bagaglio)
interrogando il vento
e le sue rotte
avete avuto in seno
un ansia d'aria,
in sogno un prematuro
mal di mare.

Fili d'ombra striavano
le acque quiete al porto,
riflessi di corde ancora
tese all'attracco,
domandavate loro
mute, muti:
- Cosa prendiamo con noi
per il viaggio, quanto dura?-
Si risponde col silenzio
alle richieste dei
naufraghi del ventre
e questo avete avuto
indietro appunto
(ognuno il suo bavaglio)

Mentre, venendo incontro
a voi l'ora del travaglio,
cercavate scuse buone
per restare,
sforzo vano,
non avendo affatto artigli
né un appiglio,
vi fioriva in volto,
fissa, la paura del
trapasso.
-Ma è tempo d'andare!-
dicevate, gli ormeggi
spezzando controvoglia, e,
rotto ogni indugio,
lasciavate per sempre
la sicurezza del primitivo
rifugio.

Avete celebrato vita
come un lutto,
venendo al mondo
nudi e piangendo,
a mani vuote,
ecco tutto.
Prendendo con voi,
come fanno i viaggiatori
saggi, soltanto il
peso che sareste
(forse)
stati in grado di portare.

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