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lunedì 18 aprile 2011

LA NOTTE E' GRATIS


La notte trascina
in sé sabbia d’anime strepitanti
e rabbia, l’esaltazione, tumulti
di teste stordite esalando, ruggenti.
E’ rumore.
C’è di tutto davvero:
una vecchia che danza con
delle ragazzine fuori da un locale
dietro la stazione; esce in strada
una musica storta di porte vellutate
sotterranee e urla scimmiesche.
Bambini che dormono in incubatrici
asettiche.
Poliziotti che giocano con la paletta
e il loro porto d’armi seminuovo.
Cantori d’inni fanno il filo al satellite
dell’amore e non prendono mai una nota
giusta.
Tutto scola a valle goccia a goccia,
verso la risacca dell’alba; si culla
indugiando su sponde fatte di conversazioni,
rive di letti vuoti e vani chiusi a chiave,
dondolando. Passeggeri arenati lucenti.
Sono bocche che s’illuminano di sorrisi.
E donne che abbracciano sanitari in ceramica
inginocchiate, le braccia attorno al collo
del loro più grande amore, genuflesse
a vomitare. Le città mute
immobili dentro la corrente scivolano giù
affondando nell’oscurità, liquide.
Che splendore.
Spezza argini, e preme innanzi. Schiocca.
Ronza la notte che scroscia e sciacqua
via la doccia di passanti; gli astanti,
il pubblico non pagante,
Benedicendo.
E di continuo rendendo
grazie al sacro sgorgheremo
come sta accadendo ora.
Nel corso fluido rossastro blu
ocra, immersi corriamo
con o senza vita ai piedi ridendo,
andando incontro alla foce, ringraziando
il buio generoso d’averci dato uno strappo
tutta la notte, incontro al mare, ogni
aurora l’ultima volta.
E’ una meraviglia.
A mano col mondo
intero, ringraziando d’essere arrivato
in braccio al giorno a gratis.



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