POST HIT: Ai margini di Auxilio Lacouture.

mercoledì 18 aprile 2012

Ai margini di Auxilio Lacouture.

C'è Auxilio che resta chiusa a gambe piegate e mutande abbassate dentro il cesso dell'università. Lei, le mutande abbassate e i mocassini gialli. Sono comodi e fuori c'è il Messico e la polizia che sgombera l'università. C'è Auxilio che rimane senza denti ma non senza dignità, dice, e quando parla la mano la mette davanti alla bocca, che pare un parlare da cospiratrice. E lo fa sottovoce. E ci va a letto con i poeti, ogni tanto, se ci sono voglia e occasione.
Saranno occhiate, magari di sbieco e di sfuggita. Altre saranno ferme, e lente. E poi offuscate, soffocate. Il Barocco Ungaretti lo costruiva con i frantumi, con i resti.
Sono fessure che si aprono. Fenditure tra le pieghe. Il sentiero portava dalla palestra all'imbocco della metro. I negri e le malboro rosse a 3 euro. Una volta sul marciapiede per il padiglione E comincia a nevicare. Fatico ad alzarmi il mattino.
Il pannello mobile separa, funziona da isolante quasi. E confonde, confonde molto le idee.

E intrecciarsi di identità, e sempre distinzione, sempre
riproduzione.

Crea distanze troppo lunghe e la scrittura, o la parola, o il gesto, o il pensiero, ne risentono.
Auxilio frequenta le bettole la sera e vaga. Da una stanza all'altra, non si ferma molto.
Il caffè tra le pieghe secche della bocca mentre io avevo le braghe sporche
Arrivata a Domegliara sembrava il finimondo più grigio e basso del mondo, ma abbiam resistito. Anche Auxilio resiste.
In piedi di fronte a una tapparella quando sul muro e sul pavimento c'erano le strisce del sole delle sei, o delle sette, non so.
Passeggiare tra i ponti, i fiumiciattoli e approdare a una piscina senz'acqua.
Il bianco della tua stanza, mi ha investita. Stavo in piedi davanti alla finestra bianca a parlare con degli aspirapolveri giganti, la folla e lo sgombero, le cartacce, i pezzi di nylon, quelli che giocano a frisby.
C'è la colazione sul bancone della cucina che mi aspetta, ma è in un'altra città, c'è un cancelletto che si chiude dietro di me, è grigio e basso e io sprofondo dentro la sciarpa ed esco a capofitto per la via. C'è una finestra che da su una strada trafficata dove passano autobus arancioni e una fila di macchine a fari accesi e piove. Da un'altra parte.
Comincio a spogliarmi, scoprendo per primi i denti.

buonanotte.

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