mi è stato necessario esercitarmi
alla lotta con sparring partner
ai quali potevo tranquillamente
- schizzi di sangue sulle
roba da mordere la schiena e
i capelli, roba da tenere salde le cosce
in groppa e stringere fino
niente m'importava di loro:
del resto il più delle volte la cosa
è reciproca e una volta saliti
sul ring ognuno corre i propri
non ci sono vantaggi né ostaggi
né tantomeno stalli alla messicana
puoi sfasciare loro i denti
senza alcun problema, ognuno si
gioca quello che ha da mettere
in tavola senza complimenti.
è come un rodeo simulato:
e non è che non sia vera:
solo manca la scintilla dell'Incontro,
del momento per cui ti alleni da sempre.
è un esercizio propedeutico
che ti logora ma rafforza lo spirito.
non ci si può proprio presentare
alla partita vera impreparati,
fatto a botte con della carne da macello
che si possa anche sprecare.
è un addestramento metodico e lineare.
è un'impalpabile finzione
che finisce a rassomigliare
ad una vita ma che ha in sè una
specie di forza vitale efficacissima
che ti spinge a ricercare lo scontro,
quello in cui ti giochi tutto e non c'è
nessuno che fermi la giostra quando
ti stanno letteralmente pigliando
a calci in culo, a colpi bassi sulle reni,
- fermi! stop! così vi state ammazzando!
riprendiamo daccapo, tu devi sistemare
il tuo gancio sinistro invece tu cazzo
non hai movimento di gambe, datti una
né reti da trapezista solo un
50/50 e la tua vita in gioco.
che hai da mettere sul piatto
sono le tue mani e la rabbia
fiato e sei all'angolo: un vecchio pugile
sfiancato, messo alle corde,
che se la gioca tutta in una volta,
debole di gambe,
fiacco sui piedi ma
con la voglia di farcela.
un vecchio pugile all'angolo
che non vuole più giocare a quel
gioco del cazzo in cui finisci a fare
il sacco da boxe umano, il punchball
con gli occhi a stella solo
perché - tanto il toro meccanico
al massimo ti becchi una leggera
commozione, non rischi certo di
non puoi mica morire
facendo lo sparring partner.
meglio finire al tappeto sapendo di
essertela giocata tutta sulle
tue gambe.
meglio schiantarsi come un funambolo
nella nebbia mattutina
sopra un filo
che corre attraverso l'alito
freddo
delle nuvole,
e cadendo giù,
sorridere.