[Mark Fuller, "Laminar Geodesic"] |
invero l'inverno
non finisce
né mai scioglie
gocciolando via
dalle mie ossa,
è un inferno
di gelo
che sboccia
ad ogni tuo
mancato sguardo.
[...]
che venga la peste
a fiumi su di noi
come di notte
una pioggia.
- la morte, la morte
ah! la morte! -
lacrimavi;
sulla sorte
il nostro sogno
poggia.
io sono stato
il vomere del
tuo tormento,
l'arsura;
ora non vorrei
più essere niente.
le tue palpebre
si disciolgono;
semi infranti
dal peso d'una mola,
il significato perso
della tua ultima
parola.
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