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giovedì 31 maggio 2012

GIUGNO

Si è deciso che dureremo una stagione sola.

Sarà il vento ad accompagnarci per terra,
e quando passeranno a calpestarci
nessuno si chiederà di noi e della nostra storia.

[La Quiete - Alle Foglie]




PRELIMINARE

- Guarda quelle foglie…
rigoglio lussureggiante di Primavera…
quelle saranno le medesime
quando volgerai loro lo sguardo a Settembre…
Potrai dire, quando le vedrai una ad una cadere
al suolo marcendo, che abbiano sprecato anche
solo un briciolo della loro esistenza?
Avranno adempiuto in pieno la loro potenza… -




(1)

E poi. Poi venne Giugno.
Poi venisti Tu, con la tua pelle,
a rischiarare le ombre della rabbia
rischiando l’incolumità e la calunnia,
spezzando l’incanto che ci teneva
chiusi qui dentro, in prigioni individuali
nel castello di carte,
come volti fatti di specchi,
privi di corpo.

(2)

Non sei venuta qui con uno scopo,
né per realizzare un ideale;
è l’assenza di un fine particolare
che ti ha condotto qui
e che mi libera da ogni condizione,
ci assolve entrambi.
Il tuo sorriso è suonato come un “libera tutti”
nella sorte del gioco a nascondino
che facevamo in quelle stanze amare,
bianchi di pianura.

(3)

E poi. Poi venne Giugno.
E venisti tu a dirmi che ogni scopo è
 finalmente assente, che tutto questo
- la vita, come usavamo dire quando eravamo
ostaggi della città murata -
è necessario, un frammento di fato,
un incontro involontario fra detonatore e miccia,
non una galleria di significati da svelare
né sensi o misteri da sondare,
solo un pugno di giorni in cui sfondare l’unità,
assorti nell’innocenza del divenire.

(4)

Non sei venuta qui con le parole,
che il verbo è muto e la carne, carne.
Non sei venuta ad insegnare,
a farti chiamare Maestra,
- come  se per noi uomini fosse davvero
possibile imparare qualcosa dall’esperienza altrui -
sei venuta qui a farti possedere in silenzio,
non esigendo nulla né volendo niente
di più di ciò che la tua Natura poteva.




EPILOGO

- Ecco, vedi… guarda, toccami…
Il mio giovane corpo sta già avvizzendo,
di un giorno al giorno,
senza che né tu né io ne
abbiamo il benché minimo sospetto…
Sono nel fiore degli anni,
eppure esso piano piano già sta appassendo…
se non mi lasciassi baciare i seni ora
che ragioni metafisiche potrei darti a giustificazione?
Le foglie cadono, la nostra giovinezza
fugge lontano…ed ora vieni…
coprimi…facciamo l’Amore…
E’ davvero assurdo che ci ostiniamo a voler far
precipitare la nostra Natura verso un
qualsivoglia scopo…
Non indugiare… non essere stupido…
Avanti… ora coprimi e facciamo L’amore…
Metti la tua bocca sul mio petto ora…
Perché non ci è dato sapere quanto durerà
la nostra stagione, né alle foglie… -


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