Si è deciso che dureremo una stagione sola.
Sarà il vento ad accompagnarci per terra,
e quando passeranno a calpestarci
nessuno si chiederà di noi e della nostra storia.
[La Quiete - Alle Foglie]
PRELIMINARE
- Guarda quelle foglie…
rigoglio lussureggiante di Primavera…
quelle saranno le medesime
quando volgerai loro lo sguardo a
Settembre…
Potrai dire, quando le vedrai una ad
una cadere
al suolo marcendo, che abbiano sprecato
anche
solo un briciolo della loro esistenza?
Avranno adempiuto in pieno la loro
potenza… -
(1)
E poi. Poi venne Giugno.
Poi venisti Tu, con la tua pelle,
a rischiarare le ombre della rabbia
rischiando l’incolumità e la calunnia,
spezzando l’incanto che ci teneva
chiusi qui dentro, in prigioni individuali
nel castello di carte,
come volti fatti di specchi,
privi di corpo.
(2)
Non sei venuta qui con uno scopo,
né per realizzare un ideale;
è l’assenza di un fine particolare
che ti ha condotto qui
e che mi libera da ogni condizione,
ci assolve entrambi.
Il tuo sorriso è suonato come un “libera tutti”
nella sorte del gioco a
nascondino
che facevamo in quelle stanze amare,
bianchi di pianura.
(3)
E poi. Poi venne Giugno.
E venisti tu a dirmi che ogni scopo è
finalmente
assente, che tutto questo
- la vita, come usavamo dire quando
eravamo
ostaggi della città murata -
è necessario, un frammento di fato,
un incontro involontario fra detonatore
e miccia,
non una galleria di significati da
svelare
né sensi o misteri da sondare,
solo un pugno di giorni in cui sfondare
l’unità,
assorti nell’innocenza del divenire.
(4)
Non sei venuta qui con le parole,
che il verbo è muto e la carne, carne.
Non sei
venuta ad insegnare,
a farti
chiamare Maestra,
- come se per noi uomini fosse davvero
possibile
imparare qualcosa dall’esperienza altrui -
sei venuta
qui a farti possedere in silenzio,
non
esigendo nulla né volendo niente
di più di
ciò che la tua Natura poteva.
EPILOGO
- Ecco,
vedi… guarda, toccami…
Il mio
giovane corpo sta già avvizzendo,
di un
giorno al giorno,
senza che
né tu né io ne
abbiamo
il benché minimo sospetto…
Sono nel
fiore degli anni,
eppure
esso piano piano già sta appassendo…
se non mi
lasciassi baciare i seni ora
che
ragioni metafisiche potrei darti a giustificazione?
Le foglie
cadono, la nostra giovinezza
fugge
lontano…ed ora vieni…
coprimi…facciamo
l’Amore…
E’
davvero assurdo che ci ostiniamo a voler far
precipitare
la nostra Natura verso un
qualsivoglia
scopo…
Non
indugiare… non essere stupido…
Avanti…
ora coprimi e facciamo L’amore…
Metti la
tua bocca sul mio petto ora…
Perché non ci è dato sapere quanto durerà
la nostra stagione, né alle foglie… -