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domenica 27 luglio 2014

IN LEVARE









Dicono che dopotutto i tempi 
non siano così male
e che la disoccupazione
sia tutta colpa dei calzoncini
maschili indossati 
nelle occasioni sbagliate.

Bologna è piana,
madida di pioggia piscio e fiato umano.
La città che non vorrei essere.
Non leggiamo più Dante,
ci propinano Dente.

Qualunque cosa si dica,
si finisce per ribadire il concetto dominante,
ciò che fa già parte del senso comune.

Qualsiasi cosa si dica la serenata del mondo
canta sempre
per quelli che non ne hanno bisogno.

Dente che impezza l'amica della tua amica, dici?
Niente di nuovo.
Qualcosa deve andargli storto.
Al quinto disco e ancora deve procurarsela con l'elemosina.

C'è davvero qualcosa che non funziona
in tutto questo.
Una qualche gigante rivelazione persa
deve essere qui da qualche parte
a portata di mano.

Una svolta epocale
è ai miei piedi.
Perché l'ho chiamata a me.
L'ho voluta.

Semplice com'è.

Sento le zanzare passare,
pungermi.
Soffiarmi all'orecchio, Francesca
e questo lo sai che significa?

Niente.
Perché io ti ho chiamata a me.
Perché il nostro sangue non vale
niente fuori dal corpo.

Si toglie, in sostanza, alle nostre vite
costantemente il niente,
quello che siamo a porte sfondate,
per esserci.

Andrai a leggere solo quello che hai visto
raccoglieremo ciò che si è seminato.

Una sterminata operazione di sottrazione: 42.

Lo sai che significa?

La risposta è molto semplice. È tutto uno scherzo colossale.
Su, levati la maglia.



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