POST HIT: marzo 2013

mercoledì 27 marzo 2013

SENZA FINALE

Il bar dove facevo colazione
Mentre studiavamo per la maturità
(Oggi mi sembra ci fosse sempre il sole,
In quell'estate di feste, proteste e biblioteca,
Anche se poi riguardo le foto
& provo imbarazzo per la faccia
Che mi portavo in giro)
Avrà cambiato 4 proprietari nel frattempo
& adesso sembra aver puntato
Tutto sugli aperitivi
Quando io ho un'età in cui oramai
Bisognerebbe trovare il pudore di smettere
& sublimare - Che so, la
famosa "Etica del lavoro", l'orologio d'oro, l'ero
- & in parte è cambiato tutto, e in parte è tutto uguale
Perché uno aspetta sempre che finisca
E di svegliarsi un uomo nuovo, l'indomani
Mentre tutto va sempre così lento
E mi basta niente per tornare
Indietro di un decennio
Ed è meglio alla fine evitare di pensarci
Anche se non serve un metereologo a capire
Che la mia storia è uguale a infinite altre
E si interromperà un giorno a metà pagi-

mercoledì 20 marzo 2013

FUOCO LIQUIDO









lei mi aspettava
stesa sul letto
a cosce spalancate
lussuriosa
toccandosi
con il palmo premuto
contro la sua rosa
carnosa,
avida.

era brava.
le veniva naturale
quel modo;
assolutamente elementare,
non avendo mai avuto
nella sua vita
di ragazza
un attimo per pensare
considerare
farsi venire delle idee
o persino un dubbio
confusa dalla noia
com'era
viveva così:
l'istinto puro.

la sua testolina
era uno scantinato umido
ma c'aveva
il fuoco fra le gambe;
linfa che colava
scrosciando
giù sulle lenzuola
del mondo,
da fare invidia.

sapevo poche cose
come al solito,
una sola quasi certa:
non ero l'unico
- ma che importa -
mi dicevo,
saresti proprio
uno stupido a pretendere
l'esclusiva su una 
meraviglia tale.

e continuavo
a ridere fra me e me
fumando interminabili
notti a mal-di-testa & tonic:
- vedi, questa
è una donna sincera - 
mi dicevo,
la renitenza e la riservatezza
sono doti che stanno
bene addosso
ad una signora a teatro
o nei caffè in cui la gente
conversa
conservando di sé il meglio
per fare bella mostra di tutto
l'amor proprio
di cui capita di gonfiarsi
andando verso la trentina.

ma a letto
una donna intelligente
è una furia succhia-sangue
davvero,
poco importa che sappia
di musica o letteratura.
quello serve per darsi un tono
tra una chiavata e l'altra
o per fare un figurone
con gli amici del club della pipa.


lei era quello che vedevo,
niente trucchi né forzature:
le grandi labbra rosee
bagnate
bisognose di cazzo
e di morsi,
in fiamme.

per quanto non parlassimo affatto
il suo modo era fenomenale,
più vicina al genio di quanto
non lo fossero le frigidone
che frequentavo alla 
biblioteca.
la costruzione dell'apparato loro
circostante costituiva
la peculiare via di fuga
primaria che perpetravano
con infaticabile solerzia
nei confronti della propria
femminilità primitiva
in sostanza
tutta critica e poca poesia,
sublimazione.

non so come sia,
ma un certo punto
deve essere successo
che hanno cominciato a considerare
la propria fica
come un'appendice del
proprio cervello
e i loro uteri hanno preso a
rassomigliare alle pieghe pigre
di un intestino tenue
e so per certo
- me le vedo - 
che, una volta sole,
si masturbano con foga
con tutta la forza che possono
con la stessa energia
con la quale nessuno 
le ha mai scopate
prese come sono a girare
con dottorandi tutte ciarle
e niente genitali
con le mani pusillanimi
che le vedi
e i loro occhi che
non hanno mai visto il fondo
del sacco.

quanto a lei
non saprà mai niente 
di Kieslowski
o del nichlismo russo
ma sa farsi carne
sa far bruciare
come un fuoco greco
il mistero
che mi tiene ancora qui
attaccato a questa cosa,
vita.










martedì 19 marzo 2013

CUORE CANNIBALE










non domandare amore!
questo tuo cuore cannibale
sarà soddisfatto solo quando
ci avrà sfiniti entrambi
con questo gioco di trincea
fatto di abbracci da strafatti
d'aloni di luci che si allontanano
da stringere
e pisciate un po' ovunque,
dove capita,
come cani.

i duri non ballano - già -
ma solo per paura.
nei loro occhi coronati di aureole
d'immobile perfetta santità, fisso,
il terrore di vedere scivolare via 
le loro facce di marmo,
di trovarsi nudi e crudi,
struccati nel ridicolo
spolpati e digeriti
senza più nemmeno un briciolo
di musica di sottofondo.

magari sono belli da vedere,
ma non muovono i piedi.

non domandare amore!
io ho saputo che nel tuo
sguardo alla stazione dentro
il silenzio sottopelle agli sferragliamenti
quello che avresti 
voluto dirmi era altro
e non - arrivederci - .

d'ora in poi e
per tutti gli anni a venire
della tua vita scendi dal treno
e portami a ballare
ma non volere a tutti i costi l'amore,
non lo domandare!
prima che la musica smetta
indossa un filo del tuo sorriso
e lascia che siano i tamburi a fare
il resto

non sono bello da vedere e
ho tutti passi da perfezionare
ma mi sto muovendo
usando tutto quello che ho
sul ritmo accanito
di questi timpani che rimbombano
forsennati
di questo tuo cuore cannibale
che sempre mi fa dimenare
dentro il ventre slabbrato della città