POST HIT: febbraio 2013

venerdì 15 febbraio 2013

NAUSEA (QUANDO MI LASCI)










<< ...started crashing his head against the locker,
started crashing his head against the locker,
started laughing hysterically... >>

come è strano
e straniante
che questa durezza
sia così fragile.
nulla può interromperla
tutto può spezzarla.

la voce di patti smith
dentro un vinile 
che gira
sul tuo vecchio giradischi
malmenato.
basterebbe così poco
perché il disco s'arrestasse.

solo un alito di vento ancora.
il silenzio della notte
dolciastra
esitante,
che entra dalla finestra
e vela di buio le lampade
e ci fa respirare qualcosa
di denso
umido di freddo.

e ci fermiamo ad ascoltarlo
con l'orecchio teso
i corpi arresi
immobili
intirizziti.

il disco s'è fermato.
da solo.
e si arresta così anche la quiete,
a muoverla è
il fruscio del tuo abbraccio
fra le lenzuola
che mi cerca.

un respiro di brezza
come una chitarra attaccata
ad un pedale a tremolo
rotante
attraversa ancora 
la notte,
al suolo
un mazzo di foglie
sfinite.

e sia:
che nascano
nuove combinazioni
e altri gesti,
attacchi
repliche,
decadimenti
e altre passioni.
senza sosta
nuovi assetti
e costellazioni.

governate da un ordine
inflessibile 
che le fa 
nascere
e le distrugge
senza mai lasciar loro
il tempo di vivere
per sé stesse.

devo accettare la loro morte.
devo perfino volerla
affinché il suono 
possa continuare.

e ci ascoltiamo ora
stesi io e te
nudi in questa
stanza semivuota
la pelle d'oca
lungo la tua schiena
bruna.

devo accettare
che tutto finisca
devo perfino volerlo.

<< some of these days
you'll miss me honey...
and when you leave me... >>





mercoledì 13 febbraio 2013

FLÆÐI




senza fretta
maledico
i tuoi occhi rapaci e timidi
le lacune meschine del tuo corpo
le tue lacrime
il tuo sangue
la resina profumata di menta dei tuoi baci
la tua musica
la tua disperazione/

c'è nella mia bocca
un gusto metallico di scheggia,
d'incudine/

non ho che il mio tocco
per indovinare il tuo corpo
distesa nella distanza,
pelle d'abisso/

un uccello migratore non depone
sul far dell'autunno,
attende d'andare
rivolto al sole fosco
d'ottobre//

senza fretta
mi farò
sbranare dal buio
sbanderò fuori
sfondando nel più buio e
metterò fiori nei buchi vuoti 
del cervello folle della notte
e ascolterò tutti
i tuoi crimini
il tuo gusto
la tua eresia aroma di verità
la tua musica
la mia disperazione/

cenere e carta nella mia bocca
ingozzata/

non ho che il congelarsi
delle parole per dire
la freddezza dell'inverno,
l'abbandono,
pelle d'abisso/

un uccello migratore non dispone
di casa: deve misurare l'istinto
con il tempismo fatale della stagione
e partire nella nebbia insulsa
della pianura//

senza fretta
mi farò
una ragione del fatto
che non sei tu la mia casa
la mia mano
il mio fianco
non sei tu la mia meta
la mia strada 
la mia disperazione

ma il sapore della rottura
che sento acre
sulla lingua
ogni mattino
fra vita e senso//