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[via this isn't happiness™] |
totalmente insonne, in bianco,
immerso nell'immensa oscurità di
casa, assaporando il genio del profumo,
interrogandomi sull'origine di un
nome simile:
penso subito al capolavoro di Süskind &
alle evocazioni
olfattive giovanili-ma-non-troppo
di Mann/
4 e mezza di
mattino, suono del cicalino dei mezzi
della nettezza
urbana,
gli uccelli
prendono a salutare l'aurora veniente,
il mondo dormiente,
l'assoluta avvenenza sovrumana
del silenzio/
presta attenzione:
le parti buie del tuo intimo
profondo urlano,
ascoltale e piangi fuori il tuo petto,
piangi a fiumi;
posso vedere il tuo
lato cieco,
voglio morire sui
tuoi occhi chiusi/
senti le tue
lacrime e ascolta: è la prima forma di cui puoi
avere esperienza;
ti sento
dannatamente, forsennatamente vicina,
maledettamente
dentro/
sei uno specchio in
ritardo di una manciata d’anni nel passato,
è come vedere rifratta
la propria immagine al rallentatore,
e riavere davanti
agli occhi, sulla superficie riflettente, la sembianza di un momento già
trascorso fissata come su una pellicola/
paragonata alla
breve durata delle nostre esistenze è come
il cielo in cui ho
fisso lo sguardo adesso, con tutte le sue stelle
e il resto, ed è l’ora/
sono tremendamente spaventato, perché ho
cicatrici che corrono
lungo tutto il mio
corpo, e lo attraversano, e tutto questo è
come una guerra in
cui non c’è modo d’avere tregua,
alla stregua d’un
reduce costretto dalla fuga ad una marcia
forzata verso casa,
lontano dal nemico che avanza alle sue spalle/
voglio abitare sul
tuo cuore aperto, (davvero, mi è riuscito di dire quella parola)
sul tuo torso
spoglio, stracciato,
sulla tua maschera
squarciata, lasciando le mie distorsioni ai piedi
della notte, perché io
voglio sapere di te/