POST HIT: febbraio 2011

mercoledì 23 febbraio 2011

PARTY-TIME

Postcards from nowhere # 2

C'è gente che balla in città questa sera
Gente che ha ancora il coraggio di vestirsi bene
Farsi inamidare il colletto della camicia
Pettinarsi come si deve
O anche no tanto ormai è uguale
Gente che ha ancora voglia di fare festa, e balla
Bella gente che balla
Fanno i trenini
La musica è alta
La gente è in balla, balla.

Adesso la scoppio, questa bolla.

...

Vicenza è una ridente cittadina di 100.000 abitanti
Il cuore del Nord-Est manifatturiero
Gente seria, gente che lavora
Cinquant'anni di Democrazia Cristiana
Dal 1986 è stato attivato
Con consenso unanime
Un progetto di lobotomizzazione dei neonati
Che dà, come si può vedere,
Ottimi risultati.

...

Vicenza bombardata col Napalm
Il mio incubo nucleare
E noi giovani tutti al Grottino
A bere spritz Aperol e chiacchierare.

...

Piove fango questa notte
Le paludi si stanno allargando
I sommozzatori del sabato sera si immergono
Ma non so se riemergeranno.

...

(A Vicenza siamo tutti parenti
cugini, compagni di classe, vicini di casa, ex-fidanzati
Una comunità strettamente endogamica
E infatti siamo tutti brutti e malati!)

...

(( - Con lui non ci parlavo mai -.
- Lei l'ho sempre odiata -.
- Quello mi ha fregato la ragazza -.
Cronaca di una serata.))

...

Le feste dell'A.C.R.
I rave party
E' solo una questione di dosi
Di quanto vogliono che osi.

...

Una specie di preghiera recitata male
Letta nel fondo della lattina
Della mia quarta birra scadente
Mentre aspetto, stanco, mattina.

...

Mi anestetizzo come posso
E' troppo crudele stare lì a controllarmi
Ti prego, non dire che non dovrei farlo
Basta uno sguardo per massacrarmi.



martedì 22 febbraio 2011

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sotto il cielo che piove
sopra le città ci si bagna
tutti allo stesso modo
ma sotto i tetti ognuno
s’asciuga come vuole
quindi
levati di dosso il vestito
fradicio, è qui la primavera

svestiti, facciamo l’amore
che i baci sono rogo
ogni goccia sul tuo corpo è un punto g
le stanze tutte tese ad ascoltare
vada pure a fuoco il mondo
asciughiamoci, evaporiamo
sopra i tetti fra le nuvole
sopra tutte le città del mondo
spariamo fino a domani





sabato 19 febbraio 2011

POURING

La lampada dell'aula studio
Basso voltaggio e zanzare-ronzante
Cola sulle facce cosparse di polvere
Di quelli rimasti fino alle 7 della sera
Metallo fuso - saliva - pioggia - luce
Che si incastra fra le rughe d'espressione
Dando un'aria disperata a quelle fronti
Tatuandoci "Non c'è speranza" sotto gli occhi
& le labbra
E se fuori dalla finestra per caso piove
Sappiamo tutti immediatamente
Che sarà per 40 giorni
E che nessuno di noi
Avrà mai un posto nell'arca.



sabato 12 febbraio 2011

E. DERELITTO



I tuoi occhi lucidi neri come di
notte in fiamme nebbia e cieli deserti
piangono viali disperati di solitudine
discesi lacrimando fino ai tuoi piedi,
gonfio d'ansia di vedere

Allo stesso modo in cui le cataratte
erano scese sul volto di tuo padre
costretto dal senso di colpa sul letto di morte
per la sorte che era toccata al ragazzo
investito schiacciato dall'auto

Similmente era morto tuo fratello anni prima,
sarebbe stato il maggiore fosse
vissuto più a lungo, adesso il piccolo porta
a spalle il suo nome: Lorenzo si chiama,
una corda bene stretta alla gola

Ora che sai a che servono le parole ed i nomi propri
resti muto allo specchio, buio, e
puoi vedere cosa uccise tuo padre e il
male che ti sta lentamente spegnendo,
un madido relitto d’ombra senza madre

Il ricordo di tuo fratello steso in mezzo alla strada
ossessione del tuo vecchio e
le mani giovani del ragazzo ucciso
lo venivano a cercare spesso in sogno e
nel delirio urlava il nome di suo figlio

L’avresti strozzato nella rabbia come un cane inutile
una notte d’estate
dopo tutto quel dolore impotente
che vi riempiva violento le budella ma
soffocasti il fiume per consolare mamma

E la vendetta che stroncasti ti si fa incontro ora
t’inchioda al delirio
ora perché il frutto che disprezzavi
è vivo e ti cinge le mani al collo,
è appunto l’odio di cui sei padre figlio e fratello.



Everything's OK, M. - Una storia edificante

E come ti sentivi fiero, ricordi, M.,
Dopo averlo fatto sentire a tua madre
E con in mano lo scalpo di tuo padre
Del tutto padrone dei tuoi segreti
Nei pomeriggi passati in camera da solo
A guardare fisso fuori dalla finestra
Pensando "Un giorno sarò anch'io Dio"
Con gli occhi alti al cielo come sfida
Sentendoti pronto per grandi avventure...

...

E poi anni tatuati sulla pelle
Trasportando pesi troppo gravi sulle spalle
A testa bassa, la colazione che ti nuota in testa
Riempiendo di milioni di orme sempre le stesse strade grigie
E pensare con rabbia alle proprie tare genetiche
A dove potevi aver sbagliato
Finchè mezzo morto sul divano alle otto di sera
Ti convinci che quel bambino tu non lo sei mai stato.