in questa questua
è saper fare la ruota
essere capace di torcerti,
imparare a fare salti mortali
capriole contorsioni acrobazie
prenderla con calma,
saper tirare un respiro
prima di rituffarti
nella corsa
soprattutto prenditela comoda
e lascia che ti versino da bere
saperti scentrare sfondandoti,
ridiscendere fino alle fondamenta
del monumento del momento
disfare giù tutto
rifare daccapo tutto e
prendere il rischio, ballare.
è quel che resta che conta.
è la panna che non si smonta;
sono le tue labbra sempre umide
di baci
baci avuti, baci desiderati
e le narici, quelle della città,
e i suoi occhi dappertutto
di tutte le scene e le messinscena del caso
non ne resterà in piedi una
quando si spegnerà la musica
a niente serve
fare la finta di farla finita
puntare i piedi su questioni
di principio
metterla sul personale
lamentarsi
procrastinare
piuttosto improvvisa
aperitivi estemporanei
alle tre del pomeriggio
amala alla follia
ammalati di qualcosa
ammàliati di tutta la notte che puoi
soprattutto prenditela comoda
e lascia che ti versino da bere
ora sento salire il suono
di quella musica di cui mi avevano detto,
lo sento schioccare nel lento
movimento del tuo paniere scarno,
è un turbinio sussurrato
io non ho mai niente,
tu stessa non hai niente
e questa è una festa
non avere mai nulla da dimenticare,
saper chiedere
né avere mai alcuna pretesa,
saper perdere.